sabato 15 dicembre 2007
sabato 24 novembre 2007
C’aggia fa’ pe’ campa’! – Parte II° (Cosa farai da grande?)

Comunque tutti gli anni a sognare e a immaginare un futuro di creatività si sono poi rivelati inutili. Direi quasi sprecati! Infatti (e con nota a pie’ di pagina aggiungerei purtroppo) secondo mia madre il mio destino era segnato: dovevo prendere un diploma. Meglio se da ragioniere! Tutte le idee che avevo per la testa, qualsiasi esse fossero (in effetti né lei né nessun altro poteva conoscerle datosi che mi sono sempre vergognato come un ladro ad esternare le mie aspirazioni!) non mi avrebbero di certo portato lontano. La ragioneria! Quella sì che mi avrebbe regalato un roseo futuro! Di disoccupazione, sicuramente. Ma sì, forse la mamma (che è sempre la mamma) ha ragione. Studiare è importante. Metti che non riesco in ciò che vorrei: devo avere una ciambella di salvataggio. Dovrò pure ripiegare su qualcos’altro! Cinque anni e, non chiedetemi come perché non lo so neppure io, avevo il diploma da ragioniere in mano. Ebbene, ho fatto di tutto dopo le superiori. Persino un briciolo di università: giurisprudenza! (Dopo sei anni da impiegato ed essere rimasto disoccupato ho pure consegnato pizze!! E non scherzo.) Ma nulla che avesse qualcosa da spartire con la partita doppia! Detto tra noi: se mai avessi curato il bilancio di un’azienda, ora io, il titolare della stessa, il presidente, il vicepresidente, l’amministratore delegato, tutto il consiglio di amministrazione, financo tutto il personale dipendente giù giù fino ai centralinisti e agli addetti alle pulizie, saremmo tutti in gattabuia per una serie di reati che spazierebbero dal falso in bilancio, all’evasione e frode fiscale, all’abuso in atti d’ufficio e bancarotta fraudolenta. Giusto una leggina che mettesse in regola la “finanza creativa” avrebbe potuto salvarci. Ma chi andava a pensare che qualcuno l’avrebbe emanata solo qualche anno più tardi??
Per disgrazia, e questo è ciò che mi procura più rammarico, non avendo avuto nemmeno la più minuscola possibilità di intraprendere studi mirati a sviluppare le mie personali predisposizioni, non ho mai potuto e a questo punto credo mai potrò verificare, se e quanto queste sarebbero state in grado di darmi da vivere. Ed il dubbio si fa più assillante proprio in questi ultimi anni, che mi vedono ormai non più tanto moccioso, perché se mi guardo indietro posso considerare di essere stato maggiormente apprezzato per le mie realizzazioni nel campo pubblicitario, del design, come autore o coautore di testi ecc. ecc. (insomma per quella sempre presente e ora quasi fastidiosa in quanto quasi inutile creatività), che non per quanto sono bravo o mediocre come impiegato in un ufficio! Avete mai provato a ragionare per paradossi? Per assurdo? Vi siete mai sorpresi a ripensare a qualcosa che vi è accaduta e a domandarvi come sarebbe cambiato il vostro presente, se ad un bivio aveste scelto la strada opposta a quella sulla quale avete preferito incamminarvi? Se aveste detto o fatto una cosa diversa da quella che avete detto o fatto nella realtà?
Io sì.
Tante volte.
E sapete qual è il problema? Il problema è che quando quelle volte diventano troppe, i pensieri restano gli stessi, ma cambiano nome.
Si chiamano rimpianti.
venerdì 16 novembre 2007
C’aggia fa’ pe’ campa’! – Parte I° (Cosa farai da grande?)

Quand’ero piccolo mi sono sentito ripetere la tipica, solita, priva di significato domanda, che gli adulti pongono ai bambini fino alla nausea, credendo di trovarsi a chiacchierare del più e del meno con dei perfetti idioti in quanto appunto bambini: “Cosa vuoi fare da grande?”. Che palle! Ecco cosa pensavo mentre veniva formulato il solito, noiosissimo, trito e ritrito, pedante, “originalissimo” quesito. Ero ormai schiavo di impulsi condizionati che mi portavano alla fobia sociale: ero terrorizzato dall’eventualità che, in giro appresso ai miei genitori, essi incontrassero qualche conoscente al quale mi avrebbero presentato e che loro, muniti di ebete sorriso più vicino all’emiparesi quale biglietto da visita universale per l’approvazione del timido bimbo, mi potessero porre l’angosciante interrogativo! Anche perché non sapevo mai cosa rispondere! D’altronde ero piccolo: a sette/otto anni cosa cacchio puoi saperne di come vorresti procurarti il pane in età adulta!? Quando sarò grande mi porrò il problema! Forse inizierò a pensarci prima delle scuole superori, magari quando dovrò scegliere un percorso di formazione preparatorio al mondo del lavoro! Ma mentre gioco con le costruzioni o aspetto l’inizio di bim bum bam non mi puoi intrippare la testa con un dubbio simile! Solo qualche anno più tardi ho cominciato a capire dove stava la fregatura: dopo, quando piccolo non lo sei più, nessuno ti avrebbe più chiesto cosa avresti voluto fare da grande! I giochi sono stati fatti, come un tempo i dadi erano stati tratti! Ad esempio io a quattordici anni cominciai a vedere il mondo attraverso un’ottica completamente diversa che, azzardo, mi avrebbe con tutta probabilità potuto chiarire le idee sull’eventuale risposta da fornire a chi mi avesse riproposto la domanda delle domande… Ma nessuno lo fece più! A quell’età percepisci il tuo intorno sicuramente in maniera meno infantile, con una criticità e una punta di cinismo mai sperimentati in precedenza. E’ l’età testimone di mooolti ormoni esagitati che come cavalli imbizzarriti corrono senza precisa meta nel tuo corpo immerso nel cambiamento (e che cambiamento!!). L’età delle prime passioni (e qui non specificherò). Abbandonando l’infanzia, in effetti, inizi a valutare cosa di ciò che vedi e senti ti piace o meno, se lo odi o desideri sia nel tuo futuro fino a che terra non ti ricopra; insomma hai degli stimoli credo piuttosto naturali che ti conducono, anche solo con la fantasia, laddove il tuo talento trova giusto sfogo. A quattordici anni, come dicevo, non ricordo perché o percome, mi è saltato in testa il pallino della recitazione. Diventare attore?? Io! Ragionandoci su… Se non tenevo a mente nemmeno le tabelline, come avrei potuto pretendere di recitare a memoria un intero copione teatrale!? E poi diciamolo senza tante ipocrisie: un attore se proprio non è una cima, se non è davvero bravo, riconosciuto come tale, seguito da un discreto pubblico, o se non ha la fortuna di lavorare anche per il cinema, si può pure scordare di vivere con una discreta dignità.
Occhèi…bel sogno quello del teatro, ma già a quindici anni era relegato tra le cose che non avrei mai e poi mai realizzato. Qualsiasi cosa avessi fatto da grande – avrei ripetuto a me stesso negli anni a venire – sarebbe comunque stata qualcosa che avrebbe impegnato il mio ingegno, attinto a piene mani dalle mie idee, dalla mia fantasia, dalla mia attitudine alla scrittura, dalla mia capacità di autoironia… In sostanza avrei voluto come tutti, mettere a frutto uno qualsiasi dei miei talenti adeguatamente addestrato qualora ne fosse esistito qualcuno! Di sicuro non mi sarei dedicato a nulla che avesse a che fare con la matematica, i calcoli, le statistiche o qualsiasi altra occupazione che avesse lesinato spazio alla mente. Niente che mi avrebbe ingabbiato in
Un bel giorno un insegnante di lettere, dopo tante e tante occasioni di chiacchiera (che a lui piacevano così tanto, erano il suo punto debole, e che io ero abilissimo nel provocare, allungando i tempi del cazzeggio così da sottrarne a quelli di eventuali interrogazioni!) mi dice che con tutte le considerazioni lette nei miei temi e gli spunti di approfondimento espressi in aula, mi avrebbe visto bene in un’eventuale carriera universitaria, nientemeno che (squillino le trombe!!) in economia politica! SBREEENG!! Economia politica? Che cavolo stai dicendo Willis!?!? Non sapevo che dire nonostante i miei pensieri, accalcandosi numerosi nella mia mente, avrebbero voluto tramutarsi in parole ad espressione di totale disaccordo con quell’illuminante uscita dell’insegnante! Non sapevo cosa avrei voluto fare in futuro, ma non di certo economia politica! Insomma, io ero….io ero…io ero… Che cacchio erooooo!? Io: “Prof, chi si fa pagare per avere delle idee, per mettere al servizio di qualcuno il proprio estro?” Prof: “Ah, no, ma quelli sono i creativi! Dei poveracci che devono aspettare l’ispirazione per portare ad un committente un lavoro come si deve! E non è detto che la loro idea venga valorizzata e quindi scelta tra quelle di altri creativi che di solito vengono interpellati!” Azz…che guaio! Ero destinato ad essere un poveraccio, perché mi sentivo proprio un… Io…ero proprio…un creativo!! Finalmente ero venuto a conoscenza del nome da dare al mio futuro! UN CREATIVO!!! Woooow!
Location: deserto. Inquadratura: totale della camera dolly (quella sul braccio per riprese dall’alto. N.d.Daron) in campo lungo su di me, completamente solo. Effetti sonori: vento e il frinire di un grillo. Un cepuglio secco, rotolando, entra ed esce dall’inquadratura.
Ed ora che so cosa sono...? Ma soprattutto: lo saprò fare per davvero…il creativo?
mercoledì 10 ottobre 2007
Eccellente!! Eccellenza...
Eccellente!! Eccellenza...
domenica 30 settembre 2007
Ricostruzione.
Pausa finita. E’ durata davvero tanto. No: non si deve far partire il conteggio dalla data del post intitolato “Standby”, ma da alcuni fatti della mia vita che mi hanno profondamente segnato. Dopo mille avvisaglie, anni di adrenalina a secchi, ansie e preoccupazioni, quello che doveva succedere è inevitabilmente successo. Ed è successo incurante, come è naturale che sia, delle mie lacrime e della mia disperazione. Da quel giorno di quasi tre anni fa, tutto è cambiato. E’ cambiato il mio “intorno”, è cambiata la mia vita, sono mutati gli affetti, ho intenzionalmente dato un taglio netto ai cancri che ammorbavano la mia vita e sono cambiato soprattutto io. E non poco. Un giorno mi sono chiesto il perché di tanto masochismo: chiunque volesse entrare nella mia vita a qualsiasi titolo, poteva farlo. Aveva spazio qualsiasi essere umano dotato di un cervello! Brutta fregatura l’acquisto a scatola chiusa: ti accorgi solo dopo, che il fatto in sé della presenza di un cervello, non ne implica logicamente un utilizzo fattivo da parte del detentore! E quindi ti ritrovi circondato da qualche persona valida e da tanti scemi che nulla più di quanto già hai, potranno apportare alla tua esistenza. Certo, sono sempre e comunque stato io a dare a qualcuno, di tanto in tanto ma sempre molto raramente, accesso alle stanze private della mia anima e del mio essere, ma in moltissimi restavano fuori. In tanti hanno creduto di conoscermi e se parlavano di me abusavano della parola “amico”. Chi è quello? Un amico. Un amico? Ma quale amico? Sapessi cosa penso di te realmente!! Il fatto che non voglia infierire, che sia sempre cortese e che non ti neghi quasi mai un favore, non fa di me un amico! Solo di uno che non vuole infierire. Quindi me ne sto zitto. Se sei intorno a me, non mi lamento e non ti evito, ma non costringermi ad assumerti in dosi massicce e da solo. Un giorno di qualche anno prima, mi sono svegliato ed ho capito che la mia diplomazia, in realtà aveva un altro nome: pura ipocrisia. E’ stato proprio così che ho cambiato rotta in un battibaleno: potendo fare a meno di alcune presenze ingombranti, le ho fatte fuori. Ma ciò che stavo facendo ora, era migliore di quanto avessi fatto in quel periodo di “epurazione degli idioti”? Insomma, ero proprio sicuro che in questi anni che ho creduto di aver fatto pace con la mia coscienza, ciò fosse avvenuto realmente?
Dopo quell’orrendo giorno di tre anni fa, non ho fatto altro che nascondermi dietro falsi sorrisi, apparenti stati di benessere, ma in realtà non ho mai cercato di stare meglio veramente. Ho solo fatto qualche timido tentativo di riconquista di alcuni spazi privati, perduti anni prima, nella convinzione che tutto il resto sarebbe venuto da sé. Ahi quanto sbagliavi nel non mostrare ad alcuno il vero volto della tua sofferenza! E sì che qualche buon amico lo avevi ancora! Chissà come mai, però, sei sempre stato uno che delle tue beghe non ha mai fatto pubblicità. Tutto ha cominciato ad andare a rotoli, l’autostima a scavare e la serenità ad essere un flebile ricordo, forse neppure dell’infanzia. Ne sono successe di cose da allora. Tutte affrontate col falso sorriso di uno che si porta appresso un bagaglio troppo pesante, ma che non vuole condividere neppure con chi gli chiede se serve una mano. Giù, giù, giù, giù, fino all’imbocco del famoso non ritorno.
Lo “standby”, mi rendo conto ora, è durato tre anni. Solo qualche settimana fa ho messo in pausa il cervello, riordinato e rivalutato le priorità. Ci sono cose che vedi come irrinunciabili, ma con la mente meno offuscata ti rendi conto che se non ci fossero resterebbe tutto immutato. Anzi, forse staresti pure meglio! Quindi tutto quell’affanno per tenerti strette simili inutilità, è stato assolutamente uno spreco di risorse quando più avevi bisogno, invece, di impiegarle più proficuamente, con tutte le conseguenze psicofisiche facilmente immaginabili.
Sono tornato a confrontarmi con altre e nuove sfide che mi hanno rimesso in gioco. Altri progetti che finalmente “rischiano” di non restare nel contenitore dei pensieri disordinati di una mente che fatica a tornare nei ranghi.
Torno anche a parlare e scrivere in questo spazio virtuale, anche lui spesso compagno muto di notti insonni, trascorse a leggere e cazzeggiare senza meta. Che pena mi fai! Torno e lo faccio in punta di piedi, sempre per non disturbare nessuno.
mercoledì 15 agosto 2007
venerdì 3 agosto 2007
Solo colpa mia.

lunedì 11 giugno 2007
NO alla giornata dell'orgoglio pedofilo!!

Sì, avete letto bene, il 23 giugno si terrà la giornata Mondiale dell'orgoglio Pedofilo; tutti i pedofili del mondo accenderanno una candela azzurra. Un gesto simbolico per ricordare i pedofili incarcerati perché - come dicono loro - "vittime delle discriminazioni, delle leggi ingiustamente restrittive per ribadire l'amore che proviamo per i bambini" (boyloveday international). Queste persone (se è giusto indicarle così) hanno pure un loro sito e non è un sito illegale, non contiene pornografia, anzi questi signori si impegnano a convincere i loro lettori di agire nel bene, di volersi differenziare dai criminali, da chi commette atti violenti, da chi costringe i bambini, i ragazzi, dicendo che loro li amano. Interessante la galleria di immagini, dove anche Babbo Natale viene mostrato al pari di un pedofilo, dove addirittura viene mostrato un fin troppo amorevole prete in compagnia di un ragazzino: si evince un chiaro desiderio di far apparire assolutamente normale e non come perversione sessuale, ad esempio, partecipare ad un'orgia, portare avanti un rapporto tra un adulto e un minorenne. Non è una novità: sono 8 anni che questa giornata esiste, che questo sito è on line, nell'indifferenza di tutti gli organismi internazionali. E' stato richiesto anche l'intervento dell'ONU, ma tutto è rimasto così com'è. Ora è partita una petizione, sono state scritte TRE pagine su questa giornata, nelle quali la polizia postale spiega perché non si può chiudere il sito.http://www.epolisroma.it/ http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/pedofilia/index.htm
Questa è la prima risposta a questa giornata: una fiaccolata a Palermo contro la pedofilia. L’Associazione per la Mobilitazione Sociale di Palermo, chiede che vengano oscurati tutti i siti web che in qualche modo danno voce e spazio alla pedofilia. Le istituzioni prendano una ferma posizione considerando reato anche la solo promozione on line di questo turpe mercato.
Un fermo “NO” contro la “Giornata Internazionale dell’orgoglio pedofilo”. Uniamo le nostre forze per qualcosa di positivo. Fate firmare la petizione che sarà presentata all'UNICEF e all'On. Frattini. nome e cognome tramite sms 3391819641oppurenome e cognome tramite mail italia@epolis.sm
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Ciò che penso io invece, a prescindere dal fatto che alla fine abbia aderito alle petizioni via internet, che abbia acceso una candela virtuale eccetera, esula dalle varie organizzazioni di fiaccolate o cortei vari che, come si sa, non risolvono problemi riguardanti le ideologie, figurarsi se possono qualcosa contro un fenomeno che affonda le proprie radici nella terra della malattia mentale! Però, sapete com'è: se si tiene ad un principio e si vuole difendere o promuovere una causa, esserci è meglio che mancare. Sono contro la pena di morte e lo sono sempre stato: nè uno nè cento uomini possono decidere sulla vita o la morte di un altro uomo. Sì: neppure se quest'ultimo ha a sua volta criminosamente deciso sulla vita o la morte di qualcun altro. Non è pensabile che questo avvenga nè in un senso nè nell'altro! E Hammurabi mi pare sia morto da qualche millennio! Inoltre mi sembra più giusto che un criminale sconti una pena che lo lasci in vita...nella sofferenza. Ops! L'ho detto! Lo so: forse desiderare che qualcuno soffra, è peggio che volerne la morte, ma cosa volete che vi dica? Spesso i paradossi della vita riguardano anche noi, la nostra mente, i nostri pensieri e come li indirizziamo, ma non ce ne accorgiamo! Stavolta io farò finta di non accorgermi della mia contraddizione.
Eppure devo confessare di averlo pensato qualche volta. Forse anche più di qualche volta: "I pedofili dovrebbero essere tutti fatti fuori!". Tanto in carcere non ci restano e quando escono, sotto le loro grinfie passeranno chissà quanti altri piccoli indifesi, che perderanno per sempre la loro innocenza e spensieratezza, il loro entusiasmo di bambini, il loro sorriso e la loro ingenuità. Non si fideranno più della vita e delle immense meraviglie che questa sarebbe stata in grado di regalargli, se non fosse stato per le azioni di un maniaco malato di una malattia per quanto ne so inguaribile. Non me lo toglierà mai nessuno dalla testa: la pedofilia è una malattia, un gravissimo disturbo psichico, una deviazione, la più schifosa e truce deviazione mentale che possa esistere! L'ho detto altre volte e ho avuto occasione di esprimere questa mia posizione nei blog di altri utenti: la pedofilia non dovrebbe essere un reato con possibilità di applicazione della prescrizione! La pedofilia non dovrebbe essere considerato neppure un reato alla stregua di qualsiasi altra violenza: la pedofilia è un delitto!! Un delitto da punire con quanta più forza possibile!! E mi fermo qui: non vorrei nè esagerare, nè scrivere cose che potrebbero ferire la sensibilità di quanti potrebbero leggerle. Sono contro la pena di morte, sì, ma sono molto più a favore della tutela di chi non può difendersi.
lunedì 28 maggio 2007
sabato 26 maggio 2007
Mali ed estremi.
lunedì 30 aprile 2007
Di nuovo on-air
Quindi eccoci qui col computerino nuovo-nuovo. Ci ha pensato Gigio ad assemblarlo e devo dire che ha fatto proprio un bel lavoro. Devo inoltre ringraziarlo infinitamente per avermi prestato il suo portatile per tutto questo tempo! Saprò esserti grato. Appena risistemata a dovere la mia postazione di lavoro, ricomincerò a curare meglio questo piccolo spazio di amenità varie e, tempo permettendo, tornare con più assiduità a visitare i miei amici bloggers! Promesso.
Oggi da quanto è piovuto sembrava essere ritornato l’inverno e la colonna sonora che mi ha accompagnato in questa domenica trascorsa da poche ore, è stata “Novembre” di Virginio. Di solito la pioggia mi mette malinconia, e considerando la mia tendenza alla tristezza, in questo periodo il caldo mi ha consolato, mi è stato molto d’aiuto: ho gioito all’arrivo della primavera climatica. Temevo anche un solo sprazzo di freddo o un temporaneo annuvolamento! Invece contrariamente a quanto mi sarei potuto aspettare, è stato bello vedere ancora la pioggia. Ora basta però, eh… Abbiamo tutti bisogno di primavera.
Come al solito è notte fonda. Ma che ci posso fare? Le mie idee non riescono a prendere forma e un ordine preciso se non in queste ore! Le trasmissioni sono riprese. Mi accendo la sigaretta della buonanotte e nel mentre, la auguro anche a voi. Buonanotte a tutti.
lunedì 23 aprile 2007
Mi preparo alla ripresa delle trasmissioni.
Con un po' di pazienza, ci siamo arrivati... Nella mattina di domani, finalmente saprò se ho ragione della mia presa di posizione. Mi verranno restituiti i pc? Oppure ho torto e dovrò pagare chi ho accusato di malafede? In tutti i casi si creerà un precedente.
No, non giuridico! Mio personale!
NON MI FARO' PIU' FREGARE IN QUESTA MANIERA!!!
State lì. Alle prossime!
sabato 27 gennaio 2007
LE TRASMISSIONI RIPRENDERANNO IL PIU' PRESTO POSSIBILE

lunedì 22 gennaio 2007
Che schifo!

Sì. Proprio così: sono le uniche due parole che mi vengono in mente se devo descrivere gli ultimi dieci giorni! Quando comincia a girare storta poi, non è così facile la finisca in poco tempo!
Il mio pc non è più in grado di ritenersi tale. Per adesso ne utilizzo uno prestatomi e sono sul forse, se unirne due in uno prendendo pezzi un po' dall'uno un po' dall'altro! Dovrò acquistare un pc nuovo o dovrò mollare tutto e cambiare città? Certo che sono drastico eh? Una via di mezzo, tipo riparare le cose che funzionano male, no? Vero: se avessi dovuto cambiare città ogni volta che mi andava male qualcosa, le ditte di traslochi si sarebbero arricchite solo con me. Quello che cerco però, è una scossa che per una volta non arrivi da una presa di corrente! Sono stufo di troppe cose. Chissà che questa non sia la volta buona. I pensieri mi girano per la testa muovendosi in massa senza distinguersi: non è reale confusione. Piuttosto è un "overflow" di idee e progetti che desiderano solo essere realizzati. Uno alla volta per favore!!!! La cosa più tragica ultimamente, è che siano l'insoddisfazione e la conseguente incazzatura a darmi la spinta ad agire. Non dovrebbero essere sentimenti come passione, amore per ciò che si crea, qualità come ottimismo, costanza, voglia di fare e crescere? Ma si può?
Che schifo...
lunedì 15 gennaio 2007
Cominciamo bene...

sabato 6 gennaio 2007
Viva viva la...? Me la ricordavo diversamente...

venerdì 5 gennaio 2007
Sarò mica depresso? (Sottotitolo: troppi ricordi di tempi lontani)
Quest’anno è iniziato in maniera strana… A dire la verità sono ormai diversi gli anni che iniziano in maniera così apatica e priva di emozioni particolari. Solo qualche anno fa, i giorni che precedevano il 31 dicembre erano tutto un assassinarsi per preparare la festa più bella e casinista di quella degli altri, la cena più ricca, l’animazione più scatenata, i botti più forti con gli effetti di luce più sorprendenti e purtroppo, spesso…l’indigestione che durava di più! Che bel primato… E poi arrivava un momento in cui, tra gruppi differenti, ci si ritrovava tutti in un unico posto che poteva essere la casa di qualcuno tra i tanti che avevano deciso di ospitare il capodanno di tutti gli altri e che, secondo opinione comune (ma anche no), aveva fatto veramente le cose per bene! Tanto che lo stesso padrone di casa, la mattina dopo poteva ritrovarsi a preparare caffè per gente mai conosciuta e mai vista prima, che lo chiamava addirittura per diminutivo come fossero amici di sempre! E quello stava lì, mentre chiedeva “quanto zucchero?”, a domandarsi se durante la notte appena trascorsa non sarebbe stato il caso di smettere di bere un po’ prima, data la totale rimozione di ricordi circa il momento durante il quale avrebbe stretto la mano o augurato buon anno a così tanta gente della quale non si ricordava!
Ricordo con particolare emozione il capodanno del '90 a Porto Pino. Frequentavo le superiori e Sandro, mio amico di sempre, praticamente fratello (per puro inciso, oggi stimato ingegnere), mi disse che c’era un veglione a Porto Pino ed io ero invitato, avremmo potuto dormire da Emilio la cui villa era proprio affianco a quella dove avremmo cenato e che apparteneva ad Alberto, un tipo che io conoscevo appena…insomma un casino! Il padrone di casa era già all’università e alla cena partecipavano anche i suoi colleghi che ovviamente si sentivano una spanna più su di noi, poveri deficienti non ancora passati all’età della sapienza e saggezza in quanto NON UNIVERSITARI! Le ostilità ebbero subito inizio, dapprima a parole con uscite poco onorevoli e che oltrepassavano di sicuro il limite del sarcasmo per sconfinare in territorio da scarico portuale e, arrivati alla frutta si può dire che lo si fece in tutti i sensi, passando alle vie di fatto. Qualcuno, che ora è ininfluente precisare da quale parte (anche perchè, a ricordarselo...!), ingaggiò una rappresaglia con l’altra parte della tavolata, lanciando qua e là dei pezzetti di mandarino. Da lì alla guerra termonucleare globale, il passo fu breve. Nel giro di pochi minuti, per aria non si vedevano altro che pezzi di mandarino volteggiare come boomerang senza ritorno! Qualche lancio andava a segno, altri purtroppo finivano fuori target e il missile-spicchio si spiaccicava inesorabilmente contro le pareti della stanza, precorrendo i tempi e gli stili, creando un delizioso effetto spugnato!! Credo che la mattina alle cinque, le urla della madre di Alberto si potessero udire fino al mare. Noi che nella villa affianco eravamo appena andati a letto, ad esempio, le abbiamo sentite distintamente come fossero nella nostra stanza! Ma ovviamente non fu certo quella che rimase negli annali come “la guerra dei mandarini” a fissarmi per tanto tempo nella memoria quel capodanno! Fu piuttosto uno dei miei (all’epoca innumerevoli) innamoramenti destinati a farmi del male!
Che capodanno! Mi alzai la mattina dopo tutto rattrappito perché mancando posti letto, avevo dormito nella stessa specie di brandina con Sandro a teste contrapposte! Mai più!!
Dopo colazione venne su dottor Murdegu (quello della villa devastata). Ci aspettavamo venisse a chiedere i danni cominciando da noi che eravamo i più vicini, e invece no. Chiedeva l’aiuto di un po’ di giovin virgulti per dare una spintarella all’auto che non ne voleva sentire di partire. Tipo strano il dottor Murdegu. Sembrava essere sempre completamente “avvolto” dai suoi pensieri, assente… Anzi direi proprio abitare un universo parallelo! La sua immagine era visibile anche a noi, probabilmente solo in quanto proiezione olografica e pure poco interattiva! Fu così che scendemmo a dare ‘sta spintarella io, Sandro, Emilio e suo padre dottor SAM. Fortunatamente le ville erano situate al di sopra di una discesa da brivido e quindi non avremmo fatto molta fatica. Ai posti di combattimento. Dottor Murdegu alla guida e gli altri a “spintarellare”. Dottor SAM si raccomandò col dottor Murdegu sulla modalità di accensione: “Allora, tenga la frizione premuta, ingrani la seconda e appena prende velocità tolga il piede dalla frizione: vedrà che si avvia tranquillamente!”. Si comincia. Dopo un metro l’auto aveva già acquistato una certa velocità, ma non succedeva ancora nulla. Al chè dottor SAM, preoccupato, esortò l’amico: “Dottor Murdegu! La seconda!!” Ancora qualche metro ma…nulla. “Dottor Murdegu!! La seconda!!!”. Ormai non c’era neppure più bisogno di spingere: la macchina andava per inerzia e si allontanava da noi fra le urla del dottor SAM che da “Dottor Murdegu, la seconda!” passò a “Ooooooooooh!!!! Murdeguuuu!!! La secondaaaaa!!!!”. Vedemmo l’auto sparire oltre la curva tra gli echi delle esortazioni del padre di Emilio. Decidemmo di scendere a piedi e verificare se quel cartone animato del dottor Murdegu fosse riuscito nell’impresa. Trovammo l’auto (come da aspettative non tradite, a motore rigorosamente spento) messa di traverso di fronte alla villa del commissario, portiera spalancata e del dottor Murdegu nemmeno l’ombra! La moglie del commissario era lì fuori a stendere i panni e il dottor SAM si avvicinò al recinto per richiamarne l’attenzione. “Signora! Ha visto il dottor Murdegu?”. Per tutta risposta la signora… “Mio marito?? Sì! Sta verniciando il cancello!!!” - “Nooo! Il dottor Murdegu!!”. Quella fece un’espressione inebetita e rigirandosi per tornare ai suoi panni: “No, non l’ho visto!”.
Ricordo di essermi voltato verso Sandro per chiedergli se quello che stavo vivendo era un sogno scemo e senza senso, o era tristemente e per davvero il mio primo giorno dell’anno!
Ritrovammo il dottor Murdegu a casa sua, seduto tranquillamente sul divano a sorseggiare del Martini. Aveva percorso la strada parallela a quella che avevamo preso noi per scendere, lasciando la propria auto in panne, a portiere spalancate, in mezzo al sentiero sabbioso che portava dalle ville alle spiagge, ed ora era là a bere Martini, nel suo salone con le pareti spugnate…