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sabato 15 dicembre 2007

sabato 24 novembre 2007

C’aggia fa’ pe’ campa’! – Parte II° (Cosa farai da grande?)



Bel periodo l’adolescenza, eh? Per chi l’ha vissuta bene sarà stata sicuramente il non plus ultra della vita, certo! Non per me. Oggi posso anche darmi del cretino per non essere stato tanto furbo anni addietro, da vivere tutto con un po’ più di filosofia e aggiungere che la maturità è peggio dell’età “degli ormoni imbufaliti”, ma se potessi tornare indietro sceglierei di non approfittare di questa opportunità. Che ne so? Magari potrebbe pure andare peggio! Io non sono esattamente uno che si potrebbe definire baciato dalla dea bendata e siccome la sfiga non ha limiti conosciuti, potrei finire in una realtà alternativa a quella che ho già vissuto, nella quale tutte le leggi di Murphy trovano collocazione nella mia esistenza! No, grazie. Meglio niente. In quel periodo, i momenti più gratificanti sono stati esclusivamente quelli che dedicavo ai miei passatempi preferiti e, manco a dirlo, la maggior parte riguardava l’ambiente radiofonico, nel quale avevo modo di assecondare la mia naturale tendenza a creare. Pur non avendo capito subito che quella sarebbe stata una grande passione, intimamente lo sapevo fin da piccolo. Ce l’avevo codificato nel DNA. Le chiacchiere (non sapete quante note ho beccato alle elementari!!), la socialità, gli show per i compagni (non comunisti!), canzonare e canzonarmi, osservare e rielaborare (grande passione anche per le parodie), trovare sempre la nota comica in ogni circostanza che prestasse il fianco, inventare… sognare!! Il sognatore! Ecco come mi definiva la maestra! L’unico che l’ultimo giorno di quinta, il giorno dell’incontro generale del dopo esame, durante il discorso di commiato dell’insegnante era rimasto senza batter ciglio, incantato e a bocca aperta, perso nelle sue parole. Non posso ricordarmi a cosa pensavo, ma ricordo come fosse… beh… come fossero ventidue anni fa (!), che la maestra d’un tratto smise di raccontarci quale realtà fosse quella delle scuole medie e mi disse che se avessi tenuto ancora per un po’ la bocca aperta mi ci sarebbero entrate le mosche! E proseguì: “Il sognatore! Quando pubblicherai il primo libro voglio una copia con la dedica!”. Beh, Ada, oggi posso dirti che non ci sei andata troppo lontano. Sono solo un po’ più disilluso e incazzato, ma sogno sempre! E, pur non pubblicando, scrivo pure! Uff, divago sempre! Per farla breve, la mia materia grigia è sempre stata un vulcano in attività costante ed inesauribile. Mi è sempre piaciuto ideare, costruire, mettere insieme e disfare per rifare. Le costruzioni! Uuuuh quanto mi piaceva giocare con le costruzioni! E mica quelle coi personaggini, quelle della lego per intenderci! Quelle dove trovavi gli operai, i piloti, gli astronauti… No, no! Quelle piatte, rettangolari e di tutti i colori. Ci facevo quello che volevo! Anche se alla fine, la forma che più spesso facevo prendere all’insieme, era quella di astronave. Ed era sempre diversa. Perciò non volevo i “personaggini”: se l’astronave cambiava forma, poi l’omino non sapevo più dove farlo accomodare! E a dirla tutta fino in fondo, mi sono sempre stati antipatici questi omini gialli sempre col sorriso, che è proprio il caso di dire, stampato in faccia! Chissà, avrei potuto avere un futuro da architetto o da ingegnere aerospaziale! Naaa! Troppo poco margine d’errore nei progetti! Sarebbe stato antipatico finire in galera per una scuola progettata da me e crollata su sé stessa o provocare la disintegrazione di una capsula spaziale per una moltiplicazione a cifre decimali sbagliata!

- “Ingegner Daron, tutto l’equipaggio della missione Apollo Creed è morto a causa di un suo errore! Cos’ha da dire a sua discolpa?

– “E’ che le operazioni con la virgola proprio non mi vengono!”.

Comunque tutti gli anni a sognare e a immaginare un futuro di creatività si sono poi rivelati inutili. Direi quasi sprecati! Infatti (e con nota a pie’ di pagina aggiungerei purtroppo) secondo mia madre il mio destino era segnato: dovevo prendere un diploma. Meglio se da ragioniere! Tutte le idee che avevo per la testa, qualsiasi esse fossero (in effetti né lei né nessun altro poteva conoscerle datosi che mi sono sempre vergognato come un ladro ad esternare le mie aspirazioni!) non mi avrebbero di certo portato lontano. La ragioneria! Quella sì che mi avrebbe regalato un roseo futuro! Di disoccupazione, sicuramente. Ma sì, forse la mamma (che è sempre la mamma) ha ragione. Studiare è importante. Metti che non riesco in ciò che vorrei: devo avere una ciambella di salvataggio. Dovrò pure ripiegare su qualcos’altro! Cinque anni e, non chiedetemi come perché non lo so neppure io, avevo il diploma da ragioniere in mano. Ebbene, ho fatto di tutto dopo le superiori. Persino un briciolo di università: giurisprudenza! (Dopo sei anni da impiegato ed essere rimasto disoccupato ho pure consegnato pizze!! E non scherzo.) Ma nulla che avesse qualcosa da spartire con la partita doppia! Detto tra noi: se mai avessi curato il bilancio di un’azienda, ora io, il titolare della stessa, il presidente, il vicepresidente, l’amministratore delegato, tutto il consiglio di amministrazione, financo tutto il personale dipendente giù giù fino ai centralinisti e agli addetti alle pulizie, saremmo tutti in gattabuia per una serie di reati che spazierebbero dal falso in bilancio, all’evasione e frode fiscale, all’abuso in atti d’ufficio e bancarotta fraudolenta. Giusto una leggina che mettesse in regola la “finanza creativa” avrebbe potuto salvarci. Ma chi andava a pensare che qualcuno l’avrebbe emanata solo qualche anno più tardi??
Per disgrazia, e questo è ciò che mi procura più rammarico, non avendo avuto nemmeno la più minuscola possibilità di intraprendere studi mirati a sviluppare le mie personali predisposizioni, non ho mai potuto e a questo punto credo mai potrò verificare, se e quanto queste sarebbero state in grado di darmi da vivere. Ed il dubbio si fa più assillante proprio in questi ultimi anni, che mi vedono ormai non più tanto moccioso, perché se mi guardo indietro posso considerare di essere stato maggiormente apprezzato per le mie realizzazioni nel campo pubblicitario, del design, come autore o coautore di testi ecc. ecc. (insomma per quella sempre presente e ora quasi fastidiosa in quanto quasi inutile creatività), che non per quanto sono bravo o mediocre come impiegato in un ufficio! Avete mai provato a ragionare per paradossi? Per assurdo? Vi siete mai sorpresi a ripensare a qualcosa che vi è accaduta e a domandarvi come sarebbe cambiato il vostro presente, se ad un bivio aveste scelto la strada opposta a quella sulla quale avete preferito incamminarvi? Se aveste detto o fatto una cosa diversa da quella che avete detto o fatto nella realtà?
Io sì.
Tante volte.
E sapete qual è il problema? Il problema è che quando quelle volte diventano troppe, i pensieri restano gli stessi, ma cambiano nome.
Si chiamano rimpianti.

Continua?

venerdì 16 novembre 2007

C’aggia fa’ pe’ campa’! – Parte I° (Cosa farai da grande?)



Quand’ero piccolo mi sono sentito ripetere la tipica, solita, priva di significato domanda, che gli adulti pongono ai bambini fino alla nausea, credendo di trovarsi a chiacchierare del più e del meno con dei perfetti idioti in quanto appunto bambini: “Cosa vuoi fare da grande?”. Che palle! Ecco cosa pensavo mentre veniva formulato il solito, noiosissimo, trito e ritrito, pedante, “originalissimo” quesito. Ero ormai schiavo di impulsi condizionati che mi portavano alla fobia sociale: ero terrorizzato dall’eventualità che, in giro appresso ai miei genitori, essi incontrassero qualche conoscente al quale mi avrebbero presentato e che loro, muniti di ebete sorriso più vicino all’emiparesi quale biglietto da visita universale per l’approvazione del timido bimbo, mi potessero porre l’angosciante interrogativo! Anche perché non sapevo mai cosa rispondere! D’altronde ero piccolo: a sette/otto anni cosa cacchio puoi saperne di come vorresti procurarti il pane in età adulta!? Quando sarò grande mi porrò il problema! Forse inizierò a pensarci prima delle scuole superori, magari quando dovrò scegliere un percorso di formazione preparatorio al mondo del lavoro! Ma mentre gioco con le costruzioni o aspetto l’inizio di bim bum bam non mi puoi intrippare la testa con un dubbio simile! Solo qualche anno più tardi ho cominciato a capire dove stava la fregatura: dopo, quando piccolo non lo sei più, nessuno ti avrebbe più chiesto cosa avresti voluto fare da grande! I giochi sono stati fatti, come un tempo i dadi erano stati tratti! Ad esempio io a quattordici anni cominciai a vedere il mondo attraverso un’ottica completamente diversa che, azzardo, mi avrebbe con tutta probabilità potuto chiarire le idee sull’eventuale risposta da fornire a chi mi avesse riproposto la domanda delle domande… Ma nessuno lo fece più! A quell’età percepisci il tuo intorno sicuramente in maniera meno infantile, con una criticità e una punta di cinismo mai sperimentati in precedenza. E’ l’età testimone di mooolti ormoni esagitati che come cavalli imbizzarriti corrono senza precisa meta nel tuo corpo immerso nel cambiamento (e che cambiamento!!). L’età delle prime passioni (e qui non specificherò). Abbandonando l’infanzia, in effetti, inizi a valutare cosa di ciò che vedi e senti ti piace o meno, se lo odi o desideri sia nel tuo futuro fino a che terra non ti ricopra; insomma hai degli stimoli credo piuttosto naturali che ti conducono, anche solo con la fantasia, laddove il tuo talento trova giusto sfogo. A quattordici anni, come dicevo, non ricordo perché o percome, mi è saltato in testa il pallino della recitazione. Diventare attore?? Io! Ragionandoci su… Se non tenevo a mente nemmeno le tabelline, come avrei potuto pretendere di recitare a memoria un intero copione teatrale!? E poi diciamolo senza tante ipocrisie: un attore se proprio non è una cima, se non è davvero bravo, riconosciuto come tale, seguito da un discreto pubblico, o se non ha la fortuna di lavorare anche per il cinema, si può pure scordare di vivere con una discreta dignità.
Zero danaro = zero pane!
E’ un po’ come quelli che da aspiranti scrittori, si lamentano continuamente della vana ricerca di un editore che gli pubblichi anche solo uno straccio di racconto, salvo poi scoprire che non sanno dove stia di casa il congiuntivo, hanno la netta convinzione che la consecutio temporis sia un’enciclica papale e che il rispetto delle doppie nelle parole sia superfluo! No, no, no. “L’é tutto sbagliato! L’è tutto da rifare!” direbbe Ginettaccio (se fosse vivo!).
Occhèi…bel sogno quello del teatro, ma già a quindici anni era relegato tra le cose che non avrei mai e poi mai realizzato. Qualsiasi cosa avessi fatto da grande – avrei ripetuto a me stesso negli anni a venire – sarebbe comunque stata qualcosa che avrebbe impegnato il mio ingegno, attinto a piene mani dalle mie idee, dalla mia fantasia, dalla mia attitudine alla scrittura, dalla mia capacità di autoironia… In sostanza avrei voluto come tutti, mettere a frutto uno qualsiasi dei miei talenti adeguatamente addestrato qualora ne fosse esistito qualcuno! Di sicuro non mi sarei dedicato a nulla che avesse a che fare con la matematica, i calcoli, le statistiche o qualsiasi altra occupazione che avesse lesinato spazio alla mente. Niente che mi avrebbe ingabbiato in
giornate-fotocopia, in normative da seguire alla lettera, norme da rispettare o rigidi regolamenti da ricordare. Va da sé che numerose, quindi, erano le ipotetiche carriere che mi precludevo (niente militare di professione, nessuna possibilità ad ambizioni da bancario, anche in presenza di raccomandazione per un pubblico impiego nessuna pietà per i timbri e timbretti da impiegato postale, no alla giurisprudenza, nix operaio in fabbrica e neppure fuori da una fabbrica. Cosa resta? Escludendo lavori di artigianato pur sempre ripetitivi e l'uomo da marciapiede...Nulla).
Un bel giorno un insegnante di lettere, dopo tante e tante occasioni di chiacchiera (che a lui piacevano così tanto, erano il suo punto debole, e che io ero abilissimo nel provocare, allungando i tempi del cazzeggio così da sottrarne a quelli di eventuali interrogazioni!) mi dice che con tutte le considerazioni lette nei miei temi e gli spunti di approfondimento espressi in aula, mi avrebbe visto bene in un’eventuale carriera universitaria, nientemeno che (squillino le trombe!!) in economia politica! SBREEENG!! Economia politica? Che cavolo stai dicendo Willis!?!? Non sapevo che dire nonostante i miei pensieri, accalcandosi numerosi nella mia mente, avrebbero voluto tramutarsi in parole ad espressione di totale disaccordo con quell’illuminante uscita dell’insegnante! Non sapevo cosa avrei voluto fare in futuro, ma non di certo economia politica! Insomma, io ero….io ero…io ero… Che cacchio erooooo!? Io: “Prof, chi si fa pagare per avere delle idee, per mettere al servizio di qualcuno il proprio estro?” Prof: “Ah, no, ma quelli sono i creativi! Dei poveracci che devono aspettare l’ispirazione per portare ad un committente un lavoro come si deve! E non è detto che la loro idea venga valorizzata e quindi scelta tra quelle di altri creativi che di solito vengono interpellati!” Azz…che guaio! Ero destinato ad essere un poveraccio, perché mi sentivo proprio un… Io…ero proprio…un creativo!! Finalmente ero venuto a conoscenza del nome da dare al mio futuro! UN CREATIVO!!! Woooow!

Location: deserto. Inquadratura: totale della camera dolly (quella sul braccio per riprese dall’alto. N.d.Daron) in campo lungo su di me, completamente solo. Effetti sonori: vento e il frinire di un grillo. Un cepuglio secco, rotolando, entra ed esce dall’inquadratura.

Ed ora che so cosa sono...? Ma soprattutto: lo saprò fare per davvero…il creativo?


Continua.

mercoledì 10 ottobre 2007

Eccellente!! Eccellenza...


Sia ben chiaro, non vorrei dare l’impressione di essere un anticlericale, uno che se vede un prete si tocca, uno che è contro la chiesa prima che contro le tasse. E lungi da me pure l’intento di ripercorrere le “gesta” della Luciana più comica e conosciuta d’Italia, che con poche, sferzanti parole, in un discorso aperto sempre alla stessa maniera: “Emineeens!....”, indirizza ad uno dei protagonisti di questo post, fulmini e saette sapientemente celati dietro testi di enorme presa e sagacia comiche. Non ne sarei neppure capace! Tra l’altro mi reputo Cristiano per quanto riguarda la fede e moderatamente laico per abitudini, ma questo nulla ha a che fare col senso e l’intenzione di questo post. Sono solo uno che, tra le altre cose, osserva molto. Osserva e di tanto in tanto critica. Tranne questa volta. Oggi mi limito all’osservazione. A me sembra lampante: il Cardinale Presbitero di Sant'Agnese fuori le mura, già vicario generale di papa Benedetto XVI per la diocesi di Roma, arciprete della Papale Arcibasilica Lateranense e Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense Camillo Ruini e Mister Charles Montgomery Burns…sono stati separati alla nascita!
Eccellente!! Eccellenza...

domenica 30 settembre 2007

Ricostruzione.


Ieri, 29 settembre… Seduto in quel caffè, io non pensavo a te… (citazione doverosa!)
Pausa finita. E’ durata davvero tanto. No: non si deve far partire il conteggio dalla data del post intitolato “Standby”, ma da alcuni fatti della mia vita che mi hanno profondamente segnato. Dopo mille avvisaglie, anni di adrenalina a secchi, ansie e preoccupazioni, quello che doveva succedere è inevitabilmente successo. Ed è successo incurante, come è naturale che sia, delle mie lacrime e della mia disperazione. Da quel giorno di quasi tre anni fa, tutto è cambiato. E’ cambiato il mio “intorno”, è cambiata la mia vita, sono mutati gli affetti, ho intenzionalmente dato un taglio netto ai cancri che ammorbavano la mia vita e sono cambiato soprattutto io. E non poco. Un giorno mi sono chiesto il perché di tanto masochismo: chiunque volesse entrare nella mia vita a qualsiasi titolo, poteva farlo. Aveva spazio qualsiasi essere umano dotato di un cervello! Brutta fregatura l’acquisto a scatola chiusa: ti accorgi solo dopo, che il fatto in sé della presenza di un cervello, non ne implica logicamente un utilizzo fattivo da parte del detentore! E quindi ti ritrovi circondato da qualche persona valida e da tanti scemi che nulla più di quanto già hai, potranno apportare alla tua esistenza. Certo, sono sempre e comunque stato io a dare a qualcuno, di tanto in tanto ma sempre molto raramente, accesso alle stanze private della mia anima e del mio essere, ma in moltissimi restavano fuori. In tanti hanno creduto di conoscermi e se parlavano di me abusavano della parola “amico”. Chi è quello? Un amico. Un amico? Ma quale amico? Sapessi cosa penso di te realmente!! Il fatto che non voglia infierire, che sia sempre cortese e che non ti neghi quasi mai un favore, non fa di me un amico! Solo di uno che non vuole infierire. Quindi me ne sto zitto. Se sei intorno a me, non mi lamento e non ti evito, ma non costringermi ad assumerti in dosi massicce e da solo. Un giorno di qualche anno prima, mi sono svegliato ed ho capito che la mia diplomazia, in realtà aveva un altro nome: pura ipocrisia. E’ stato proprio così che ho cambiato rotta in un battibaleno: potendo fare a meno di alcune presenze ingombranti, le ho fatte fuori. Ma ciò che stavo facendo ora, era migliore di quanto avessi fatto in quel periodo di “epurazione degli idioti”? Insomma, ero proprio sicuro che in questi anni che ho creduto di aver fatto pace con la mia coscienza, ciò fosse avvenuto realmente?
Dopo quell’orrendo giorno di tre anni fa, non ho fatto altro che nascondermi dietro falsi sorrisi, apparenti stati di benessere, ma in realtà non ho mai cercato di stare meglio veramente. Ho solo fatto qualche timido tentativo di riconquista di alcuni spazi privati, perduti anni prima, nella convinzione che tutto il resto sarebbe venuto da sé. Ahi quanto sbagliavi nel non mostrare ad alcuno il vero volto della tua sofferenza! E sì che qualche buon amico lo avevi ancora! Chissà come mai, però, sei sempre stato uno che delle tue beghe non ha mai fatto pubblicità. Tutto ha cominciato ad andare a rotoli, l’autostima a scavare e la serenità ad essere un flebile ricordo, forse neppure dell’infanzia. Ne sono successe di cose da allora. Tutte affrontate col falso sorriso di uno che si porta appresso un bagaglio troppo pesante, ma che non vuole condividere neppure con chi gli chiede se serve una mano. Giù, giù, giù, giù, fino all’imbocco del famoso non ritorno.
Lo “standby”, mi rendo conto ora, è durato tre anni. Solo qualche settimana fa ho messo in pausa il cervello, riordinato e rivalutato le priorità. Ci sono cose che vedi come irrinunciabili, ma con la mente meno offuscata ti rendi conto che se non ci fossero resterebbe tutto immutato. Anzi, forse staresti pure meglio! Quindi tutto quell’affanno per tenerti strette simili inutilità, è stato assolutamente uno spreco di risorse quando più avevi bisogno, invece, di impiegarle più proficuamente, con tutte le conseguenze psicofisiche facilmente immaginabili.
Sono tornato a confrontarmi con altre e nuove sfide che mi hanno rimesso in gioco. Altri progetti che finalmente “rischiano” di non restare nel contenitore dei pensieri disordinati di una mente che fatica a tornare nei ranghi.
Torno anche a parlare e scrivere in questo spazio virtuale, anche lui spesso compagno muto di notti insonni, trascorse a leggere e cazzeggiare senza meta. Che pena mi fai! Torno e lo faccio in punta di piedi, sempre per non disturbare nessuno.

mercoledì 15 agosto 2007

Standby




Basta.

venerdì 3 agosto 2007

Solo colpa mia.



Sono stato rimproverato per la mia latitanza dal blog e per i rarissimi aggiornamenti. Non posso che essere dispiaciuto per tanta contrarietà generata da questo mio pressappochismo! Direbbe un mio amico che questo è un “poco ortodosso comportamento”! Quando ho aperto questo spazio, non avevo ancora ben chiaro cosa volessi farne. Fino ad allora ero stato uno che i blog li leggeva, di tanto in tanto commentava i post che più gli piacevano o lo appassionavano, ma tutto finiva lì. Sì, poi è anche vero che ho stretto più d’una amicizia virtuale in questa maniera; giornalisti, studenti, perdigiorno, laureandi, musicisti, dee jays, fotografi, equilibristi (non scherzo!)… Insomma ho conosciuto, se così si può dire, un sacco di gente, e questa più di ogni altro era un mio obiettivo. In principio volevo realizzare un audioblog! E già: un blog da ascoltare più che da leggere: io ho sempre comunicato tanto con la voce, per radio, da un palco, in tv come voce fuori campo… Tutto questo scontrandomi con la mia patologica timidezza! Con il progetto dell’audioblog, mi erano passate per la testa molte idee, ma non ho trovato da nessuna parte servizi di blog in audio e così ho riflettuto sul fatto che sarebbe stata una limitazione comunicare solo con la voce; del resto ho sempre scritto tantissimo pur non avendo mai tenuto un diario. “A che pro?” ho sempre pensato. Comunque sia, con tutte le possibilità che la comunicazione ci offre non potevo limitarmi proprio io ad una singola via. Ho sempre scritto tanto, dicevo, e l’ho fatto il più delle volte di notte, con intorno il silenzio rotto solo da qualche auto che passava per strada. Così mi è saltata in testa l’idea di radionotte, che nelle mie intenzioni sarebbe dovuto essere un mezzo per esprimermi come avevo sempre fatto: in tutti i modi e senza limitazioni. Uno spazio per comunicare le mie passioni e miei pensieri senza necessariamente dover condividere la mia vita con chiunque e in toto. Ma soprattutto senza avere degli obblighi come quello dell’aggiornamento quotidiano: non sarebbe più stato un piacere ma un impegno, e di impegni ne ho già abbastanza! Anche perché la mia vita “vera”, mi prende (come è giusto che sia) molto tempo e sapevo dall’inizio che non ne avrei avuto così in abbondanza da dedicare al blog. In effetti è stato anche questo che mi ha sempre fatto desistere dal crearne uno. Poi si sa, le cose che iniziamo prendono sempre forma a mano a mano che le portiamo avanti e trattandosi di me, il mio blog non poteva che essere come me: sempre in ritardo, discontinuo, molto pensieroso e che quando si decide ad aprire bocca risulta forse anche un po’ troppo logorroico.
E’ vero: aggiorno poco questo spazio virtuale e questo lo fa sembrare trascurato, trasandato. Dovessi immaginarlo come se fosse una persona, direi di avere di fronte un uomo sui quarant’anni, barba incolta, capelli arruffati e forse anche brizzolati (troppo stress!), che tenta di accorciare quei peli sul viso da troppo tempo ma non riesce a trovare due minuti per farlo. Avete idea di quante volte, e sempre con le migliori intenzioni, mi sono messo a scrivere un post e l’ho lasciato a metà? Quasi quante sono tutte quelle in cui ho pensato ad un post da scrivere, l’ho costruito nella mia mente e poi non l’ho scritto!! Senza dubbio sono da considerare valide anche tutte quelle volte in cui ha squillato il telefono e mi hanno tenuto occupato a parlare per un’ora (odio le telefonate troppo lunghe e rispondere se sono giù di corda o addirittura incazzato: se mi avete telefonato e non avete ricevuto risposta, ora sapete il perché), hanno suonato il campanello e qualcuno (non di certo io!) ha aperto la stramaledetta porta a persone che magari neppure volevo vedere! Eccetera eccetera via elencando tutte le possibili distrazioni di questo mondo! Alla fine quest’angolo virtuale nascosto ai più, si è pure rivelato una buona valvola di sfogo. Onore al merito! Ma niente è meglio dell’abbraccio di qualcuno in carne ed ossa di cui t’importa veramente, che viene a trovarti a casa, o del contatto reale col mondo che sta là fuori.
Di conseguenza la mia assenza e la mia tendenza a preferire il vero al virtuale, hanno sempre preso il sopravvento. Questo per me è un ennesimo periodo di cambiamenti. Fino a qualche mese fa ero deciso a cambiare città. Ad andarmene da ciò che non mi piaceva e non sopportavo più. Non dovrei tanto parlare al passato: quello che non mi piace o non sopporto più è ancora lì a fare bella mostra di sé! In molti mi hanno chiesto da cosa stessi scappando. Da nulla e da tutto, penso. Non voleva essere prettamente una fuga. Piuttosto un profondo desiderio di rigenerazione, ma molto più simile ad una necessità. Anzi, prima di tutto una necessità. In cima alla lista dei nemici sempre lei: l’insoddisfazione. Quando sai di valere più di quanto ti vogliano far credere, quando ingaggi battaglie che poi diventano vere e proprie guerre, quando ogni giorno devi fare i conti con branchi di sciacalli, ma alla fine del mese gli unici conti che non ti tornano sono quelli di cassa…allora sì che t’incazzi!! Ebbene, a me è capitato proprio questo. Il continuo sbattere la testa sempre sugli stessi muri del menefreghismo altrui, dell’opportunismo di chi credevi amico, dell’insensibilità dilagante tra chi avevi pensato fosse un’altra persona, dell’ipocrisia di chi si era presentato come cristallino... Questo e, purtroppo, tanto altro mi ha ferito e dedicato più attenzione di quella che avrei voluto. Mai come in questi ultimi mesi (o forse sono anni e io mi sto svegliando solo ora) ho perso amici che credevo Amici! Per mia volontà, nella maggior parte dei casi, o per volontà altrui, ciò che conta è che sono rimasto ferito e deluso dal comportamento troppo spesso superficiale di persone per le quali avrei smosso le montagne e non si sono rivelate degne della mia stima! Ma che senso ha l’amicizia? Che senso ha sentirsi uniti da qualcosa di invisibile e magico se basta così poco perché il tuo mondo impazzisca e ti volti le spalle? Che senso ha partire a qualsiasi ora del giorno e della notte per prestare ascolto a chi tieni, o a raccogliere in una bacinella le sue lacrime, se poi il risultato di tutto il tuo “darti” è un calcio nel culo? Ma non è colpa degli altri! La colpa se c'è, è solo mia! Io ho permesso loro di fare quello che hanno fatto! E allora si cambia alla prossima fermata e fanculo a tutti. Poi, chissà come o chissà perché, chiuse le porte alle tue spalle, te ne si aprono di nuove. Allora è vero quanto sostiene il detto! Va bene, cambio nuovamente idea: non parto più. Ma sarà saggio restare e provare ancora, insistere e insistere e insistere? Voi cosa avreste fatto? Io, forse perché mi cago sotto o per mera comodità, ho deciso di dare l’ennesima possibilità a questo schifo di posto di darmi torto. Se avrò delle conferme…sarà ancora solo colpa mia.
Non è neppure più il caso di augurare a nessuno la buonanotte: è quasi l’alba! Ma come si può rinunciare al rito di radionotte? Accesa la sigaretta del commiato, qui è d’obbligo dire “buonanotte”!
P.S.
Cabrio, se leggerai questo post, prima che tu mi mangi vivo voglio comunicarti che non mi sono dimenticato di te. Sono riuscito a leggere l'inizio del tuo romanzo solo pochi giorni fa! :-)

lunedì 11 giugno 2007

NO alla giornata dell'orgoglio pedofilo!!




23 giugno: giornata mondiale dell'orgoglio pedofilo.

Sì, avete letto bene, il 23 giugno si terrà la giornata Mondiale dell'orgoglio Pedofilo; tutti i pedofili del mondo accenderanno una candela azzurra. Un gesto simbolico per ricordare i pedofili incarcerati perché - come dicono loro - "vittime delle discriminazioni, delle leggi ingiustamente restrittive per ribadire l'amore che proviamo per i bambini" (boyloveday international). Queste persone (se è giusto indicarle così) hanno pure un loro sito e non è un sito illegale, non contiene pornografia, anzi questi signori si impegnano a convincere i loro lettori di agire nel bene, di volersi differenziare dai criminali, da chi commette atti violenti, da chi costringe i bambini, i ragazzi, dicendo che loro li amano. Interessante la galleria di immagini, dove anche Babbo Natale viene mostrato al pari di un pedofilo, dove addirittura viene mostrato un fin troppo amorevole prete in compagnia di un ragazzino: si evince un chiaro desiderio di far apparire assolutamente normale e non come perversione sessuale, ad esempio, partecipare ad un'orgia, portare avanti un rapporto tra un adulto e un minorenne. Non è una novità: sono 8 anni che questa giornata esiste, che questo sito è on line, nell'indifferenza di tutti gli organismi internazionali. E' stato richiesto anche l'intervento dell'ONU, ma tutto è rimasto così com'è. Ora è partita una petizione, sono state scritte TRE pagine su questa giornata, nelle quali la polizia postale spiega perché non si può chiudere il sito.http://www.epolisroma.it/ http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/pedofilia/index.htm
Questa è la prima risposta a questa giornata: una fiaccolata a Palermo contro la pedofilia. L’Associazione per la Mobilitazione Sociale di Palermo, chiede che vengano oscurati tutti i siti web che in qualche modo danno voce e spazio alla pedofilia. Le istituzioni prendano una ferma posizione considerando reato anche la solo promozione on line di questo turpe mercato.
Un fermo “NO” contro la “Giornata Internazionale dell’orgoglio pedofilo”. Uniamo le nostre forze per qualcosa di positivo. Fate firmare la petizione che sarà presentata all'UNICEF e all'On. Frattini. nome e cognome tramite sms 3391819641oppurenome e cognome tramite mail italia@epolis.sm

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Fin qui, ciò che ho semplicemente copiato dal sito www.controlapedofilia.com.
Ciò che penso io invece, a prescindere dal fatto che alla fine abbia aderito alle petizioni via internet, che abbia acceso una candela virtuale eccetera, esula dalle varie organizzazioni di fiaccolate o cortei vari che, come si sa, non risolvono problemi riguardanti le ideologie, figurarsi se possono qualcosa contro un fenomeno che affonda le proprie radici nella terra della malattia mentale! Però, sapete com'è: se si tiene ad un principio e si vuole difendere o promuovere una causa, esserci è meglio che mancare. Sono contro la pena di morte e lo sono sempre stato: nè uno nè cento uomini possono decidere sulla vita o la morte di un altro uomo. Sì: neppure se quest'ultimo ha a sua volta criminosamente deciso sulla vita o la morte di qualcun altro. Non è pensabile che questo avvenga nè in un senso nè nell'altro! E Hammurabi mi pare sia morto da qualche millennio! Inoltre mi sembra più giusto che un criminale sconti una pena che lo lasci in vita...nella sofferenza. Ops! L'ho detto! Lo so: forse desiderare che qualcuno soffra, è peggio che volerne la morte, ma cosa volete che vi dica? Spesso i paradossi della vita riguardano anche noi, la nostra mente, i nostri pensieri e come li indirizziamo, ma non ce ne accorgiamo! Stavolta io farò finta di non accorgermi della mia contraddizione.
Eppure devo confessare di averlo pensato qualche volta. Forse anche più di qualche volta: "I pedofili dovrebbero essere tutti fatti fuori!". Tanto in carcere non ci restano e quando escono, sotto le loro grinfie passeranno chissà quanti altri piccoli indifesi, che perderanno per sempre la loro innocenza e spensieratezza, il loro entusiasmo di bambini, il loro sorriso e la loro ingenuità. Non si fideranno più della vita e delle immense meraviglie che questa sarebbe stata in grado di regalargli, se non fosse stato per le azioni di un maniaco malato di una malattia per quanto ne so inguaribile. Non me lo toglierà mai nessuno dalla testa: la pedofilia è una malattia, un gravissimo disturbo psichico, una deviazione, la più schifosa e truce deviazione mentale che possa esistere! L'ho detto altre volte e ho avuto occasione di esprimere questa mia posizione nei blog di altri utenti: la pedofilia non dovrebbe essere un reato con possibilità di applicazione della prescrizione! La pedofilia non dovrebbe essere considerato neppure un reato alla stregua di qualsiasi altra violenza: la pedofilia è un delitto!! Un delitto da punire con quanta più forza possibile!! E mi fermo qui: non vorrei nè esagerare, nè scrivere cose che potrebbero ferire la sensibilità di quanti potrebbero leggerle. Sono contro la pena di morte, sì, ma sono molto più a favore della tutela di chi non può difendersi.

E' pure vero che non credo troppo alle fiaccolate, ma vi chiedo solo di firmare la petizione al link che riporto qui di seguito... Perchè è sempre meglio esserci. www.epolis.sm/html/fermiamo_gli_orchi.html

lunedì 28 maggio 2007

Dica trentatré...


Minchia... Trentatre anni!!

sabato 26 maggio 2007

Mali ed estremi.



Madooo… Ci voleva pure il caldo di piena estate…a maggio! Non sopporto gli estremismi ideologici, figuriamoci quelli climatici! E’ diverso tempo che cerco un accettabile equilibrio di vita senza esiti meritevoli di nota. C’è chi è dovuto andare con un piede oltre il limite del probabile per capire che i suoi timori non erano del tutto infondati, e purtroppo ci è passato chi era lì, senza colpa. Altri estremi. Quando si accumula per troppo tempo (davvero tanto tempo!), dopo fatti troppo spiacevoli per essere ricordati, dopo i sensi di colpa per qualcosa a cui non si può più mettere una pezza, dopo aver subìto una situazione scomoda, stretta, indisponente, frustrante, insoddisfacente, si arriva ad un limite sconosciuto. Bisogna toccarlo per capire che quel “probabile” è dietro l’angolo e non a chilometri di distanza. Quando capita, pericolosamente, la capacità di controllo si vaporizza. Ciò che ti impone l’etica, tutto ciò che ti suggerisce il rispetto per chi ti vuole bene consentendoti di contare fino a cento prima di aprire bocca, cozzano con l’inevitabile che sta per accadere. Non puoi fare proprio nulla per cambiare gli eventi. E’ un vulcano che erutta, una pentola a pressione che esplode. Una deflagrazione di emozioni contrastanti, un ciclone di pensieri che non controlli e mentre ti si accalcano nella testa uno dietro l’altro a velocità incredibile, ti stai pentendo di ciò che ancora non hai urlato. La gola ti fa male per quanto hai già gridato per non sentire un’altra parola da nessun altro. Non ne puoi più e lo vomiti al mondo con una furia che non ti saresti mai attribuito e come un tornado porti via tutto quello che trovi sulla strada delle tue rivendicazioni! Arrivati a quel limite, a quell’attimo prima, qualsiasi parola sbagliata, vagamente sarcastica, di rimbrotto, una parola che forse non lo è ma a te sembra gratuita, è una scintilla in una camera satura di gas. Poi è la quiete della follia, il pentimento e lo spavento per essere stato in bilico, appeso ad un parapetto a venti metri d’altezza. Sul serio ad un passo da oltrepassare il limite del non ritorno. Puoi chiedere scusa, rincorrere e prendere per un braccio chi ti sta mollando al tuo unico momento fuori controllo, magari per essere stato troppo controllato tutta la vita, ma qualcosa si è rotto. Hai tenuto duro finché hai potuto per non rompere quel qualcosa, ma in un attimo di lucidità prima dello sfogo totale ragioni sulla realtà di un dato di fatto, l’unico, che in quel momento ti dà una pacca sulla spalla: se chi hai di fronte non si pone il problema di ferirti, non trattiene mai parole per te potenzialmente dannose, perché dovresti farlo tu? E’ tanto inevitabile ed improvviso che travolge persino te che non puoi controllarlo; ti schiaccia, passa sopra il tuo essere e la tua dignità. E poi? Tutto apposto? Sfogo e via? Magari! Non passa così presto. Non passa in un giorno e nemmeno in una settimana. Ma quando la paura per essere arrivato con le tue gambe e per tuo volere a quella soglia ed avere pure aperto la porta, si placa e lascia spazio alla ragione di quanto è accaduto, capisci molte cose che prima non vedevi neppure. E’ vero, se sei fortunato la ragione riprende il suo posto, se no… Ed è proprio il ricordo del panico sperimentato sulla soglia a darti il senso di tutto. Quando vedi le fiamme per quel millesimo di secondo e riesci a non caderci dentro, tutto quello che ti è dato vedere dopo lo apprezzi come fosse un dono insostituibile e bellissimo. E’ durata anni ed è peggiorata. Hai toccato il fondo. Sarai guarito o è una distrazione?

lunedì 30 aprile 2007

Di nuovo on-air


Riassunto delle puntate precedenti: in seguito a diversi crash di sistema sul suo pc dell’ormai veneranda età di quasi sei anni, Daron, nel tentativo di avere una macchina più efficiente, decide di utilizzare l’hardware di due computer, recuperando le parti migliori di entrambi per assemblarne uno funzionante. Si rivolge così ad un laboratorio che (intenzionalmente o meno) omette di comunicargli l’esoso costo della sola valutazione. Al rifiuto di Daron di pagare tale somma della quale non era stato preventivamente informato, il laboratorio procede con arroganza ad un arbitrario sequestro dei pc. Scaturisce un contenzioso che si trascina per tre mesi, nei quali dopo un tentativo a vuoto di recuperare i computer, a Daron non resta che portare la vicenda all’attenzione di un giudice il quale obietta sulla correttezza del laboratorio e ritiene irregolare se non illegittimo il sequestro dei beni. Trascorse tre settimane senza esito, la soluzione stragiudiziale sembrava essere l’unica attuabile. Due mesi dopo (maledetta burocrazia italiana!!), un altro giudice (una donna tenera e gentile quanto una biscia incazzata) dispone la restituzione dei pc, proponendo un compromesso per l’accettazione del quale, i due del laboratorio rinunceranno al compenso non pattuito e Daron rinuncerà alle spese legali sostenute. Usciti dall’aula le parti discutono pacificamente ancora qualche minuto circa l’accaduto, sicuri che ad entrambi non ricapiterà un’avventura simile!


Quindi eccoci qui col computerino nuovo-nuovo. Ci ha pensato Gigio ad assemblarlo e devo dire che ha fatto proprio un bel lavoro. Devo inoltre ringraziarlo infinitamente per avermi prestato il suo portatile per tutto questo tempo! Saprò esserti grato. Appena risistemata a dovere la mia postazione di lavoro, ricomincerò a curare meglio questo piccolo spazio di amenità varie e, tempo permettendo, tornare con più assiduità a visitare i miei amici bloggers! Promesso.

Oggi da quanto è piovuto sembrava essere ritornato l’inverno e la colonna sonora che mi ha accompagnato in questa domenica trascorsa da poche ore, è stata “Novembre” di Virginio. Di solito la pioggia mi mette malinconia, e considerando la mia tendenza alla tristezza, in questo periodo il caldo mi ha consolato, mi è stato molto d’aiuto: ho gioito all’arrivo della primavera climatica. Temevo anche un solo sprazzo di freddo o un temporaneo annuvolamento! Invece contrariamente a quanto mi sarei potuto aspettare, è stato bello vedere ancora la pioggia. Ora basta però, eh… Abbiamo tutti bisogno di primavera.
Come al solito è notte fonda. Ma che ci posso fare? Le mie idee non riescono a prendere forma e un ordine preciso se non in queste ore! Le trasmissioni sono riprese. Mi accendo la sigaretta della buonanotte e nel mentre, la auguro anche a voi. Buonanotte a tutti.

lunedì 23 aprile 2007

Mi preparo alla ripresa delle trasmissioni.


Con un po' di pazienza, ci siamo arrivati... Nella mattina di domani, finalmente saprò se ho ragione della mia presa di posizione. Mi verranno restituiti i pc? Oppure ho torto e dovrò pagare chi ho accusato di malafede? In tutti i casi si creerà un precedente.
No, non giuridico! Mio personale!
NON MI FARO' PIU' FREGARE IN QUESTA MANIERA!!!

State lì. Alle prossime!

sabato 27 gennaio 2007

LE TRASMISSIONI RIPRENDERANNO IL PIU' PRESTO POSSIBILE


E' incredibile!! Quando la sfiga ci si mette d'impegno, ti azzanna e non molla finchè non sente l'osso sotto i denti. Sono uno che piuttosto che piegarsi si spezza e meno male io sia così, altrimenti mi sarei fatto sopraffare molte più volte di quanto sia successo dagli eventi e da tante persone! Ma urlo e urlerò "Che schifo!" ancora più forte ora! Non ho più il mio pc. Ne sto usando uno fortunatamente prestatomi da un amico davvero grande! Sto pc però è più instabile della psiche di Calderoli! Non ce la posso fare! Che fine ha fatto il mio pc? E' trattenuto insieme ad un altro di mia proprietà, da un laboratorio al quale non consento di prendermi per il culo come vorrebbe, come non l'ho mai permesso a nessuno! E' lecito o non è lecito che se mi spari un costo esorbitante per spostare due (e ripeto due) parti hardware, io decida di non farti fare il lavoro e voglia riportarmi via i due pc?? Mi pare sia lecito. Non è lecito invece che quando ti porto i due pc e dico che nel caso non sia conveniente potrei rinunciare a fare il lavoro, tu ometta di comunicarmi che qualsiasi cosa io decida, prima di riportarmi via i miei pc, dovrò comunque pagarti un riscatto di 30,00 begli €uretti (25+IVA)...per non aver fatto assolutamente NULLA!!! Tutto ciò mi fa incazzare come un drago! ! Starò a vedere come si evolve la situazione e solo ad eventuale "vittoria" conseguita riprenderò le mie regolari...trasmissioni. Anche perchè con questo pc provvisorio sono un leone in gabbia: se continuo ad usarlo potrei sfogare su di lui la frustrazione provocata dalla potenza insulsa del suo processore e dalla RAM più piccola del crevello di una mosca! Doverlo poi pagare per nuovo, non mi sfagiola esageratamente. Perchè si capisca il mio livello di esasperazione: se gli chiedo di portare a termine un'operazione che vada al di là del controllo dell'e-mail, spesso si pianta costringendomi a riavviare; se non si pianta comincia a non riconoscere più il modem, il disco esterno, i familiari e nemmeno si ricorda più il proprio nome e si disconnette di continuo! Un'altra settimana così ed esco di testa, mi incazzo ancora di più e finisco in giro per la città a mordere i paraurti delle auto con gli infermieri della neuro appresso! Non prima però di essere andato a liberare dalla prigionia i miei due pc con un blitz degno della migliore squadra di teste di cuoio (ho detto CUOIO!!)...tanto, in seguito, potrei sempre appellarmi alla temporanea infermità mentale!!
Per ora... ci scusiamo per l'interruzione.

lunedì 22 gennaio 2007

Che schifo!


Sì. Proprio così: sono le uniche due parole che mi vengono in mente se devo descrivere gli ultimi dieci giorni! Quando comincia a girare storta poi, non è così facile la finisca in poco tempo!

Il mio pc non è più in grado di ritenersi tale. Per adesso ne utilizzo uno prestatomi e sono sul forse, se unirne due in uno prendendo pezzi un po' dall'uno un po' dall'altro! Dovrò acquistare un pc nuovo o dovrò mollare tutto e cambiare città? Certo che sono drastico eh? Una via di mezzo, tipo riparare le cose che funzionano male, no? Vero: se avessi dovuto cambiare città ogni volta che mi andava male qualcosa, le ditte di traslochi si sarebbero arricchite solo con me. Quello che cerco però, è una scossa che per una volta non arrivi da una presa di corrente! Sono stufo di troppe cose. Chissà che questa non sia la volta buona. I pensieri mi girano per la testa muovendosi in massa senza distinguersi: non è reale confusione. Piuttosto è un "overflow" di idee e progetti che desiderano solo essere realizzati. Uno alla volta per favore!!!! La cosa più tragica ultimamente, è che siano l'insoddisfazione e la conseguente incazzatura a darmi la spinta ad agire. Non dovrebbero essere sentimenti come passione, amore per ciò che si crea, qualità come ottimismo, costanza, voglia di fare e crescere? Ma si può?

Che schifo...

lunedì 15 gennaio 2007

Cominciamo bene...


Mese bastardo questo primo del 2007, arrivato appena a metà, ma che mi ha già dato troppe grane! E se il buongiorno si vede dal mattino... Problemi con l'auto, problemi col pc (qualcuno sa dirmi perchè da dicembre e da allora periodicamente, dopo la reinstallazione del sistema operativo, il pc un bel giorno non si riavvia più, notificando la mancanza o danneggiamento del file config system\system32 eccetera eccetera!!!!????), problemi in famiglia... Manca qualcosa all'appello? Come diceva Igor in "Frankenstein Junior" ..."Potrebbe andare peggio!" ad esempio? "Potrebbe mettersi a piovere!"... Ebbene, sento già l'eco di un tuono che non mi fa presagire nulla di buono! Mi era sembrato di sentire in tv e di leggere su qualche giornale che il mio segno zodiacale, insieme a quello del Toro, quest'anno sarebbero stati i favoriti!! Mi domando cosa sarebbe successo se non lo fossero stati!! Branko al rogo!!
Due domeniche fa sono andato con Gigio all'aeroporto a prendere Dolly che rientrava da Milàn. Gigio pensavo fosse un mio carissimo amico, ho scoperto in realtà, essere il mio Igor!! Distanza dalla mia città all'aeroporto: 70 Km. A pochi metri dall'aeroporto c'è Metro e così ne abbiamo approfittato per passare a vedere i palmari (Gigio era davvero stufo di dover combattere con un vecchio Nokia 3310 che non teneva più la carica!). Belli davvero tutti quanti! Mancava solo quello col forno microonde e l'elicottero incorporati e l'imbarazzo della scelta sarebbe stato all'apice. Per una spesa modica, però, ci si deve indirizzare a quelli tradizionali (hai detto niente): piccoli computer con sistema windows XP, coi quali puoi veramente fare di tutto. Gigio, abbacinato da un palmare color silver, pennino a scomparsa, che conferma la disponibilità del periodo e prende autonomamente le prenotazioni per il B&B, lo ha acquistato e non se ne è più staccato! Io non fidandomi di un oggetto inanimato che mi fa dubitare del mio libero arbitrio, ho preferito declinare l'invito del diavolo tentatore incazzato e urlante, sospeso di pochi centimetri sulla mia spalla destra. Distanza Metro - aeroporto: 500 metri. Mentre guido, la radio mi rifila un brano hip hop scadente che io, non gradendo il genere, non ho nemmeno voglia di ascoltare. Gigio ha il suo bel daffare(!!), nel tentativo di capire il perchè se spegne il palmare questo continua imperterrito a segnalargli con tre lucine lampeggianti di colore diverso, nell'ordine: la presenza della rete, la batteria quasi scarica e lo stato di stadby del sistema... Praticamente in macchina sono solo. Per consolarmi penso che approfitterò per prestare più attenzione alla guida. A un certo punto però, vengo inevitabilmente distratto da un odore che sento all'improvviso, poco familiare e nemmeno troppo beneaugurante! Ma chi mi conosce lo sa: io sono ossessionato dagli odori mentre guido e qualsiasi cosa annusi mi sembra il motore che va in fiamme!! Come sempre dico "Lo senti quest'odore?? Non saremo mica noi!!" Gigio: "Ma nooo! Sei sempre il solito! Io non sento nulla... E poi si sarebbe accesa qualche spia sul quadro, no?". Saranno trascorsi forse 15 secondi da questa logica deduzione, ed ecco una bella spia rossa svegliarsi dal suo lungo sonno ed apparire ai miei increduli occhi in tutta la sua magnificenza ed anche terrorizzante presenza! Ormai eravamo nei parcheggi dell'aeroporto e potevo fermarmi. Dio solo sa quanto l'ho ringraziato per questa concessione nel mezzo del mare di merda che vedevo già risucchiarmi tra i propri gorghi, insieme alla mia auto avvolta dalle fiamme! Disperato apro il cofano: non avevo con me nemmeno un pacco di fusilli, se no avrei unito la sfiga alla fame e nell'acqua che bolliva avrei dovuto solo aggiungere il sale! Mi era sembrato di aprire la porta di una sauna tanto era il fumo bianco che si liberava da non so dove... E ora? Mille e duecento interrogativi e uno su tutti: perchè con la temperatura dell'acqua così elevata non si era attivata la ventola di raffreddamento?? Perchè questo? Perchè quell'altro? E Gigio dov'é??? E' il mio carissimo amico che dovrebbe farmi riprendere il sentiero della ragione in questo momento di panico e smarrimento! No. Lui è seduto sul sedile passeggero a scoprire tutte le infinite potenzialità e funzionalità del suo nuovissimo palmare che gli segnala ancora la poca autonomia della batteria, ma che ancora non è morta! Il mio self-control sì però che è morto! Ciò che evita alla mia rabbia di esplodere è rappresentato esclusivamente dal senso di totale avvilimento che pervade ogni singola parte del mio essere. Lasciamo sfreddare il motore...magari è solo un difetto o un fusibile bruciato (lo spero). Gigio va a recuperare Dolly agli arrivi nazionali e io resto a leccare le ferite alla mia bambina sofferente. Minchia che freddo! - penso mentre aspetto il loro arrivo. Quasi mi pento di non essere andato con lui! Nel frattempo espongo anche il mio cervello a temperature di fusione per cercare una soluzione a questo guaio a 70 Km da casa. Dopo qualche tempo li vedo come un miraggio in pieno deserto, arrivare con in mano un bicchierino in plastica bianca... Un caffè...per me!! Lo teneva Gigio, ma ci aveva pensato Dolly: non avevo dubbi in proposito! Spia rossa spenta: si riparte. Facciamo in tempo a fare qualche chilometro che 'sta stronza torna a sorridermi come il pagliaccio IT senza palloncino, dal quadro strumenti!!! Dobbiamo fermarci nuovamente mentre i miei anatemi invadono ormai tutto il circondario. Ma ecco che Gigio, ricollegatosi con la realtà, salva la situazione con una semplice telefonata. Ci eravamo ancora una volta fatalmente fermati in un punto strategicamente valido: lo spiazzo antistante l'enorme stabile di una ditta di trasporti, alle porte di un paese nel quale lui aveva parenti che avrebbero potuto darci una mano! Io comunque, per non sapere nè leggere nè scrivere, avevo telefonicamente allertato alcuni miei contatti in rubrica, tentando il tutto per tutto, pur di riportare l'auto a casa. A un certo punto mi sono ritrovato circondato da persone che telefonavano, a parlare per telefono col cugino di Gigio che provava a rintracciare un suo amico meccanico e l'altro telefono che mi squillava in tasca. Dolly che parlava col fidanzato a Milàn e Gigio con la zia che ci stava già invitando a cenare con la sua "zuppa di pesce fresca fresca"! In quel momento non mi sarebbe andato giù nemmeno un grissino!! Dopo mezz'ora vediamo in lontananza la figura piccola piccola della zietta che veniva a soccorrerci. Nei minuti successivi, una dopo l'altra, ho visto svanire le possibilità di essere aiutati da qualcuno dei miei contatti: chi non c'era, chi dormiva (erano le 22), chi era troppo lontano... Per non lasciare l'auto in mezzo alla strada, siamo riusciti a farle raggiungere casa della zietta, dove almeno sarebbe stata sicura e nel contempo, cedendo alle insistenze della zietta stessa, a mettere qualcosa nello stomaco. Non avevo proprio nessuna voglia di mangiare, ma al caffè non dico mai di no. Quando poi mi si tenta col pandoro al cacao...!!!
Epilogo.
E' vero: domenica proprio non ci sono riuscito, ma è il risultato finale che conta. Tra mille peripezie, potendo contare sull'aiuto di Dolly (stremata dalla giornata trascorsa e dal viaggio, ma mai stanca di elargire conforto e sorrisi. Ottimista ad oltranza anche nella merda totale e amica sempre presente), della Miki (che ci è venuta a prendere alle 11 di sera per riportarci a casa!! Una sorella mooolto paziente con me!), di Gigio finalmente scollegato a livello neurale dal suo palmare, e dei suoi parenti che si sono occupati dell'auto restituendomela riparata dopo due giorni, siamo riusciti ad uscire anche da questo casino. Vi amo angeli della mia esistenza!! Sempre lì a risolvermi le beghe...

Scusate...c'è mica qualcuno che può suggerirmi qualcosa per il pc? ...No eh?.....

sabato 6 gennaio 2007

Viva viva la...? Me la ricordavo diversamente...


SMS ricevuto ieri da un'amica:


"Per la Befana, ricordati di mettere fuori la calza non la passera!
Altrimenti ti porta un cazzo come l'anno scorso!
E non lamentarti con me...chè ti ho avvisato!"


Mi raccomando: seguite anche voi il consiglio della mia amica Betta e... buona Epifania a tutti!

venerdì 5 gennaio 2007

Sarò mica depresso? (Sottotitolo: troppi ricordi di tempi lontani)


Quest’anno è iniziato in maniera strana… A dire la verità sono ormai diversi gli anni che iniziano in maniera così apatica e priva di emozioni particolari. Solo qualche anno fa, i giorni che precedevano il 31 dicembre erano tutto un assassinarsi per preparare la festa più bella e casinista di quella degli altri, la cena più ricca, l’animazione più scatenata, i botti più forti con gli effetti di luce più sorprendenti e purtroppo, spesso…l’indigestione che durava di più! Che bel primato… E poi arrivava un momento in cui, tra gruppi differenti, ci si ritrovava tutti in un unico posto che poteva essere la casa di qualcuno tra i tanti che avevano deciso di ospitare il capodanno di tutti gli altri e che, secondo opinione comune (ma anche no), aveva fatto veramente le cose per bene! Tanto che lo stesso padrone di casa, la mattina dopo poteva ritrovarsi a preparare caffè per gente mai conosciuta e mai vista prima, che lo chiamava addirittura per diminutivo come fossero amici di sempre! E quello stava lì, mentre chiedeva “quanto zucchero?”, a domandarsi se durante la notte appena trascorsa non sarebbe stato il caso di smettere di bere un po’ prima, data la totale rimozione di ricordi circa il momento durante il quale avrebbe stretto la mano o augurato buon anno a così tanta gente della quale non si ricordava!
Ricordo con particolare emozione il capodanno del '90 a Porto Pino. Frequentavo le superiori e Sandro, mio amico di sempre, praticamente fratello (per puro inciso, oggi stimato ingegnere), mi disse che c’era un veglione a Porto Pino ed io ero invitato, avremmo potuto dormire da Emilio la cui villa era proprio affianco a quella dove avremmo cenato e che apparteneva ad Alberto, un tipo che io conoscevo appena…insomma un casino! Il padrone di casa era già all’università e alla cena partecipavano anche i suoi colleghi che ovviamente si sentivano una spanna più su di noi, poveri deficienti non ancora passati all’età della sapienza e saggezza in quanto NON UNIVERSITARI! Le ostilità ebbero subito inizio, dapprima a parole con uscite poco onorevoli e che oltrepassavano di sicuro il limite del sarcasmo per sconfinare in territorio da scarico portuale e, arrivati alla frutta si può dire che lo si fece in tutti i sensi, passando alle vie di fatto. Qualcuno, che ora è ininfluente precisare da quale parte (anche perchè, a ricordarselo...!), ingaggiò una rappresaglia con l’altra parte della tavolata, lanciando qua e là dei pezzetti di mandarino. Da lì alla guerra termonucleare globale, il passo fu breve. Nel giro di pochi minuti, per aria non si vedevano altro che pezzi di mandarino volteggiare come boomerang senza ritorno! Qualche lancio andava a segno, altri purtroppo finivano fuori target e il missile-spicchio si spiaccicava inesorabilmente contro le pareti della stanza, precorrendo i tempi e gli stili, creando un delizioso effetto spugnato!! Credo che la mattina alle cinque, le urla della madre di Alberto si potessero udire fino al mare. Noi che nella villa affianco eravamo appena andati a letto, ad esempio, le abbiamo sentite distintamente come fossero nella nostra stanza! Ma ovviamente non fu certo quella che rimase negli annali come “la guerra dei mandarini” a fissarmi per tanto tempo nella memoria quel capodanno! Fu piuttosto uno dei miei (all’epoca innumerevoli) innamoramenti destinati a farmi del male!
Che capodanno! Mi alzai la mattina dopo tutto rattrappito perché mancando posti letto, avevo dormito nella stessa specie di brandina con Sandro a teste contrapposte! Mai più!!
Dopo colazione venne su dottor Murdegu (quello della villa devastata). Ci aspettavamo venisse a chiedere i danni cominciando da noi che eravamo i più vicini, e invece no. Chiedeva l’aiuto di un po’ di giovin virgulti per dare una spintarella all’auto che non ne voleva sentire di partire. Tipo strano il dottor Murdegu. Sembrava essere sempre completamente “avvolto” dai suoi pensieri, assente… Anzi direi proprio abitare un universo parallelo! La sua immagine era visibile anche a noi, probabilmente solo in quanto proiezione olografica e pure poco interattiva! Fu così che scendemmo a dare ‘sta spintarella io, Sandro, Emilio e suo padre dottor SAM. Fortunatamente le ville erano situate al di sopra di una discesa da brivido e quindi non avremmo fatto molta fatica. Ai posti di combattimento. Dottor Murdegu alla guida e gli altri a “spintarellare”. Dottor SAM si raccomandò col dottor Murdegu sulla modalità di accensione: “Allora, tenga la frizione premuta, ingrani la seconda e appena prende velocità tolga il piede dalla frizione: vedrà che si avvia tranquillamente!”. Si comincia. Dopo un metro l’auto aveva già acquistato una certa velocità, ma non succedeva ancora nulla. Al chè dottor SAM, preoccupato, esortò l’amico: “Dottor Murdegu! La seconda!!” Ancora qualche metro ma…nulla. “Dottor Murdegu!! La seconda!!!”. Ormai non c’era neppure più bisogno di spingere: la macchina andava per inerzia e si allontanava da noi fra le urla del dottor SAM che da “Dottor Murdegu, la seconda!” passò a “Ooooooooooh!!!! Murdeguuuu!!! La secondaaaaa!!!!”. Vedemmo l’auto sparire oltre la curva tra gli echi delle esortazioni del padre di Emilio. Decidemmo di scendere a piedi e verificare se quel cartone animato del dottor Murdegu fosse riuscito nell’impresa. Trovammo l’auto (come da aspettative non tradite, a motore rigorosamente spento) messa di traverso di fronte alla villa del commissario, portiera spalancata e del dottor Murdegu nemmeno l’ombra! La moglie del commissario era lì fuori a stendere i panni e il dottor SAM si avvicinò al recinto per richiamarne l’attenzione. “Signora! Ha visto il dottor Murdegu?”. Per tutta risposta la signora… “Mio marito?? Sì! Sta verniciando il cancello!!!” - “Nooo! Il dottor Murdegu!!”. Quella fece un’espressione inebetita e rigirandosi per tornare ai suoi panni: “No, non l’ho visto!”.
Ricordo di essermi voltato verso Sandro per chiedergli se quello che stavo vivendo era un sogno scemo e senza senso, o era tristemente e per davvero il mio primo giorno dell’anno!
Ritrovammo il dottor Murdegu a casa sua, seduto tranquillamente sul divano a sorseggiare del Martini. Aveva percorso la strada parallela a quella che avevamo preso noi per scendere, lasciando la propria auto in panne, a portiere spalancate, in mezzo al sentiero sabbioso che portava dalle ville alle spiagge, ed ora era là a bere Martini, nel suo salone con le pareti spugnate…

Fortuna che quest’anno l’ho iniziato con persone davvero speciali… Sì: una in particolare…
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Attenzione: pur corrispondendo a fatti realmente accaduti, alcuni dei nomi citati in questo post sono fittizi.