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sabato 27 dicembre 2008

Le serrature si usano per aprire le porte! (o chiuderle, ad libitum)


Dio mio, quanto sta andando veloce il tempo! Non credo ai miei occhi, ma il calendario non mente: è finito anche il 2008! Ma dove sono stato tutto questo tempo? Prendo sempre più consapevolezza del fatto che questi ultimi trascorsi, sono stati anni di inedia. Noia all’ennesima potenza che si è aggrappata a me come un parassita. Non riesco a determinare con assoluta sicurezza se quel senso depressivo lungamente provato, abbia lasciato più spazio alla tranquillità del cuore di quanta non ne avessi prima, oppure è solo sopito in attesa di tornare come un morto vivente dalla sua cripta. Forse sto regredendo ad uno stato di incoscienza dell’intorno… anzi del tutto! Intendo anche oltre l’intorno!
Come avranno capito da tempo le genti che passano di qui, aggiorno con così poca costanza questo blog da far sembrare che non me ne importi poi tanto di farlo. Vi dirò, è il contrario ma, come scritto più volte, il tempo e la voglia non si accordano tra loro. E così anche quest’anno è giunto al termine e c’è chi mi ha definito latitante in rete. Be’, non sono per nulla contrariato da tale reputazione: è la risultante proporzionale della vita reale; infatti, quanto più gli impegni in quest’ultima sono aumentati, tanto meno ho avuto occasione di dedicarmi a quella virtuale. Senza trascurare i rapporti umani preesistenti naturalmente!
Vero: sono cambiate un bel po’ di cose, ma io sono sempre lo stesso. E non è mutata nemmeno quella tale condizione di cose che, a dirla tutta, un po’ mi infastidisce anche se unicamente nel momento stesso in cui mi viene riferita e nei 5 minuti a seguire, poi… viene assolutamente accantonata. C’è chi mi conosce molto bene ed è infatti mio amico/a. Molti altri/e risultano essere mere conoscenze; sapete quelli che in qualche momento della vostra vita avete incrociati per sbaglio o per caso, chissà pure per quale coincidenza di fatti e luoghi, e che non ricordate nemmeno più il perché rivolgete loro il saluto per strada? Ecco: quelli. Essi non fanno parte della ristrettissima, selezionatissima cerchia di persone degne del titolo di Amico, sono delle conoscenze. Poi ci sono quelli/e che non fanno parte né di questa categoria appena descritta, né tantomeno della prima. Sono quelli dei quali tu non immagini neppure l’esistenza. Io non so e non mi interessa sapere quante fra queste persone continuino a parlare ma soprattutto sparlare sul mio conto (quale conto poi?), o su cosa io faccia o non faccia. La domanda invece che mi sovviene più sovente in quei citati momenti di parole sentite e riportate è sempre: “Ma perché non si fanno i cazzi loro?”. Chi mi legge perdonerà lo scadere nel volgare: non sono mia consuetudine questo genere di espressioni (almeno per iscritto!). Vi prego, se voi siete a conoscenza di cosa generi questa mala abitudine antica ed ovunque regnante del pettegolezzo, rendetemi partecipe del vostro sapere!! Apritemi gli occhi su una realtà a me tanto incomprensibile! Qual è la ragione che spinge sconosciuti ad interessarsi di fatti non facenti parte integrante le proprie esistenze, ma quella per paradosso neppure rispondente alla realtà di qualcun altro altrettanto sconosciuto? Senza andare lontano, una mattina della scorsa settimana, una ragazza è passata nell’ufficio dove lavoro per una pratica, notando avesse cognome e indirizzo coincidenti con quelli che ricordavo essere gli stessi di un mio simpatico compagno di scuola perso di vista, mi sono permesso di domandare se vi fosse parentela tra loro. La risposta non si è fatta attendere nemmeno per un secondo: “Sì, è mio fratello e tu sei Tal De’ Tali, sei l’ex di***, e abiti a questo indirizzo, anche se prima abitavi con i tuoi in tal’altro indirizzo!”. Sono rimasto inebetito (e pure un po’ spaventato!!) per tutta la preparazione dimostrata da questa ragazza (ripeto, a me totalmente sconosciuta!) sui miei dati anagrafici, la mia vita privata e addirittura sui miei indirizzi, presenti e passati (quanto pago d’affitto, no?!). Ora, se esiste al mondo anche una sola persona, come questa ragazza mi ha appena dimostrato, in grado di conservare il ricordo e la catalogazione di altrui dati, fatti e spostamenti (e chi può sapere cos’altro?) come farebbe un cervellone elettronico della DIGOS, cosa mi impedisce di assumere (e a ragione!) la convinzione che di gente così ne esista a bizzeffe? La domanda resta immutata e vieppiù motivata: perché?
Ora che ci rifletto su meglio… forse è stata una fortuna che interessandomi solo inviare un saluto al mio vecchio compagno di scuola, io non le abbia chiesto null’altro sul proprio conto! Avrebbe potuto arbitrariamente informarmi sulla data della mia ascesa al mondo dei più!
Poi dice che uno diventa paranoico!!


Buon fine d’anno a tutti!